Le
attività proposte fanno parte di un percorso di 15 incontri di 90
minuti ciascuno, realizzato nell'ambito di un laboratorio frequentato da
alunni provenienti da diverse classi seconde, nell'anno scolastico 2000-01
presso la scuola media Paolo Sarpi di Settimo Milanese.
I lavori
si sono svolti con la seguente articolazione:
1.
analisi di una situazione problematica
2.
discussione collettiva per individuare possibili ipotesi
3.
progettazione di esperimenti
4.
realizzazione degli stessi in gruppi di lavoro
5.
confronto e discussione dei risultati
6.
esplicitazione delle conclusioni, articolate in:
-
cosa abbiamo imparato
-
questioni rimaste aperte
In
ogni fase di lavoro è stata sempre sollecitata la partecipazione
attiva dei ragazzi, senza fornite istruzioni a priori, lasciando gli alunni
liberi di ipotizzare e sperimentare. In allegato si trovano i verbali degli
alunni.
Per
facilitare il confronto con le altre classi che hanno lavorato su "Temperatura
e Calore" , nell'ambito del progetto SENIS, le attività sviluppate
durante il percorso possono essere ricondotte a cinque temi:
1. Le rappresentazioni mentali e le preconoscenze
2. Temperatura termometri e scale termometriche
3. L'equilibrio Termico
4. Proprietà termiche dei corpi e delle
sostanze
5. Costruzione di modelli e primi elementi di
formalizzazione
Nel
testo che segue sono segnalate con un quadrato contrassegnato da una M
le situazioni in cui il formalismo matematico ha avuto un ruolo significativo.
Gli incontri relativi al tema in esame si sono svolti all'inizio
del percorso, dopo l'indagine sulle preconoscenze.
Sono stati affrontati i seguenti argomenti:
- soggettività delle esperienze sensoriali e necessità
di uno strumento di misura (verbale 2a);
- osservazione di termometri (verbale
2b);
- il termometro necessita di tempo per andare a regime (verbale
3a);
- il termometro perturba il sistema (verbale
3b).
3. L'EQUILIBRIO TERMICO
Le
attività relative al tema in questione sono state realizzate dopo
l'indagine sulle proprietà termiche delle sostanze, descritte nel
"paragrafo 3".
Proprio
in quell'ambito sono emerse le prime riflessioni sull'equilibrio termico
che hanno costituito il punto di partenza per un lavoro più specifico.
Nel primo incontro (verbale
9) ai ragazzi è stato chiesto di:
- effettuare una previsione sulla temperatura finale di un campione
ottenuto mescolando quantità uguali di acqua a temperatura diversa
- motivare la propria ipotesi
- verificarla sperimentalmente
I
gruppi di lavoro hanno formulato tre ipotesi: una errata e due corrette,
diverse solo nella formalizzazione matematica.
E'
stato interessante notare che l'ipotesi errata (Tfin = T1-T2) è
stata formulata da quasi metà dei ragazzi (un paio dei quali hanno
truccato i dati sperimentali per giustificarla)
Le
ipotesi corrette sono state motivate utilizzando tre modelli diversi.
Nel secondo incontro (verbale
10) ai ragazzi è stato chiesto di:
- effettuare una previsione sulla temperatura finale di un campione
ottenuto mescolando due quantità di acqua in rapporto definito e
a temperatura diversa
- motivare la propria ipotesi
- verificarla sperimentalmente
4. PROPRIETA' TERMICHE DELLE
SOSTANZE
Gli
incontri relativi al tema in esame si sono svolti dopo le attività
riguardanti i termometri nel modo seguente:
1. Nel primo incontro si è discusso sulle possibili modalità
di riscaldamento di un liquido; il
problema apparentemente banale è risultato coinvolgente in quanto
si lavorava in un laboratorio sprovvisto di impianto di erogazione del
gas.
I
ragazzi hanno individuato come possibili soluzioni: il calorifero, un fornello
elettrico portato da casa, una bacinella con acqua a temperatura più
calda di quella del liquido da scaldare.
Già
in questa fase alcuni avevano osservato che il tipo di contenitore poteva
influire.
2. I ragazzi divisi in gruppi, hanno indagato sulle situazioni evidenziate
precedentemente.
I gruppi , dotati di materiali diversi, avevano l'incarico di scaldare
una certa quantità di acqua, misurandone la temperatura ad intervalli
regolari:
- Gruppo 1 e 2 bacinella di acqua molto calda, contenitore di
plastica contenitore di vetro, 3 termometri cronometro
- Gruppo 3 e 4 calorifero, contenitori di plastica, contenitore
di vetro, 2 termometri, cronometro
- Gruppo 5 e 6 fornello elettrico, pentolino in cui scaldare
a "bagno maria" un bicchiere di ceramica ed un contenitore di vetro,
3 termometri, cronometro (questi
gruppi hanno dovuto spegnere il fornello, per motivi di sicurezza, prima
della conclusione dell'esperimento con ovvie ripercussioni sui risultati
ottenuti; è stato comunque possibile riflettere in modo produttivo
sui dati raccolti)
3. Nell'incontro successivo i ragazzi hanno rappresentato graficamente
i dati raccolti e steso le relazioni; ogni gruppo ha presentato il proprio
lavoro e la discussione collettiva ha evidenziato che: (verbale
4)
- Esistono diversi tipi di sorgenti
- Esiste una relazione tra la temperatura raggiunta ed il tempo di
contatto con la sorgente
- Esistono materiali isolanti e conduttori
Sono stati messi in luce alcuni interrogativi sui fattori che possono
influenzare i fenomeni di riscaldamento e che hanno costituito il campo
di indagine delle esperienze successive (quantità di materiale,
tipo di materiale)
4. Nell'incontro successivo i ragazzi hanno riscaldato di 10° C quantità
diverse di acqua, misurando il tempo impiegato e rappresentando i dati
in un grafico "tempo di riscaldamento in funzione della quantità
di acqua".
Nell'analizzare gli esiti dell'esperienza i ragazzi si sono accorti
che (verbale 5):
- tutti i punti si trovavano su una retta tranne l'ultimo
- le rette ottenute non passavano per l'origine.
I
ragazzi disturbati dal punto anomalo hanno voluto riesaminare l'apparato
sperimentale e hanno trovato una spiegazione ragionevole.
La
discussione sul perché la retta non passava per l'origine ha portato
all'ipotesi che un po' di tempo serve per scaldare il contenitore.
5. Nell'incontro successivo i ragazzi hanno verificato l'ipotesi formulata,
ripetendo l'esperienza precedente con contenitori diversi. (verbale
6)
In
questa fase del lavoro la mancanza di attrezzature si è fatta pesantemente
sentire: le ultime due esperienze danno risultati significativi se la temperatura
iniziale e quella finale sono le stesse per tutti i campioni.
I
ragazzi lavoravano con bagni termici non termostatati ed erano quindi costretti
a immergere contemporaneamente tutti i campioni nella stessa bacinella,
leggendo contemporaneamente la loro temperatura: il numero massimo di campioni
contemporanei su cui sono riusciti a lavorare è stato quattro.
Questo
fatto spiega il numero limitato di punti nel grafico del verbale.
6. Nell'incontro successivo i ragazzi hanno riscaldato uguali quantità
di liquidi diversi (verbale 7)
7. Nell'incontro successivo i ragazzi hanno indagato sulla dilatazione
dei materiali in seguito al loro riscaldamento (verbale
8)
5. COSTRUZIONE DI MODELLI
E PRIMI ELEMENTI DI FORMALIZZAZIONE
La rappresentazione
dei dati sperimentali e l'uso del formalismo matematico
ha pervaso tutta l'attività; si possono individuare alcuni aspetti
significativi:
1. L'utilizzo di grafici qualitativi come strumento per visualizzare
l'andamento di un fenomeno (verbale 3a)
2. L'utilizzo di grafici come strumento di lettura dei dati sperimentali
(verbale 4)
3. La questione della relazione di proporzionalità diretta tra
quantità di acqua (X) e tempo (Y) di riscaldamento ha suscitato
discussioni interessanti (verbale 5
e verbale 6):
- I ragazzi si aspettavano rapporti Y/X costanti
- Sperimentalmente si è trovata invece una retta che non passava
per l'origine.
E' emersa una riflessione piuttosto formale sui coefficienti angolari
di rette parallele
Nella
nostra attività i modelli sono intervenuti a due livelli diversi:
1) Rappresentazioni
grafiche di vario tipo costruite
dai ragazzi per motivare le ipotesi da loro formulate (verbale9,
verbale
10)
2) Il
MODELLO per la descrizione dei fenomeni termici.
Nel nostro percorso sperimentale non è
stato possibile, per mancanza di tempo, guidare i ragazzi alla formulazione
autonoma di questo modello.
Non avendo la possibilità di riaprire
il discorso con gli stessi alunni nell'anno successivo, abbiamo deciso
di fornire noi il "modello molecolare"; è seguita una discussione
collettiva durante la quale tutte le fasi del percorso sono state rianalizzate
per verificarne la compatibilità con il modello proposto.