RIFLESSIONI INIZIALI RELATIVE
ALLA PROGRAMMAZIONE
DEL LAVORO SUL TEMA "CALORE-TEMPERATURA"
IN UNA CLASSE PRIMA
La mia unica classe di quest'anno
(sono in semiesonero dalla scuola come supervisore dei tirocinanti SILSIS)
è una prima media a tempo prolungato, composta da 19 alunni. Molti
hanno diverse incertezze riguardo alla matematica, e le loro esperienze
precedenti in ambito scientifico sono praticamente inesistenti. Si tratta
però di una classe in cui si lavora bene: gli allievi sono molto
ricettivi e disponibili a suggerimenti e stimoli nuovi per il lavoro scolastico,
e inoltre ci sono momenti in cui è possibile lavorare con metà
classe e seguirli più direttamente nelle loro difficoltà,
soprattutto facendo in modo che tutti si esprimano, in modo da far emergere
dubbi e intuizioni, e valorizzare il contributo di tutti.
Ho impostato il lavoro di
quest'anno sulla riflessione riguardo all'uso dei modelli. So che mi sto
imbarcando in un terreno piuttosto delicato e complesso, ma io ho l'abilità
di andarmele e cercare le difficoltà, e sfidarle con i miei alunni.
Proprio per questo però sarei contenta se mi deste tutti una mano
nel commentare quanto vado a scrivere, ed eventualmente farmi notare cose
da rivedere, correggere, integrare, ecc.
Comincio col chiarire che
cosa intendo : abbiamo introdotto già in attività di
matematica modelli materiali, quali l'abaco per contare in varie basi,
la bilancia per affrontare problemi con incognite, e i ragazzi si sono
resi conto direttamente che il modello materiale, attraverso l'esperienza
diretta del fare, aiuta a concettualizzare. Ci sono stati momenti molto
significativi in classe in cui essi si sono accorti che arriva un momento
in cui si sperimentano anche i limiti del modello materiale, e allora è
la nostra mente che procede da sola superando i limiti del modello. Ciò
è successo per esempio con l'abaco, nel momento in cui si arrivava
ad aggiungere un numero sempre più elevato di cifre dell'ordine
superiore, anche se le sbarre dell'abaco in cui infilare palline si erano
esaurite…)
In questo delicato passaggio
si inseriscono quindi modelli mentali, che vanno al di là dello
strumento concreto. E' proprio su questi aspetti che io vorrei innestare
il lavoro sui modelli in scienze.
Credo personalmente che
per arrivare ad una distinzione corretta tra calore e temperatura, o comunque
per intraprendere esperienze significative sul calore sia necessario scontrarsi
( o confrontarsi?!) con il modello molecolare; inoltre sarà necessario
fare i conti con un modello di calore che possa spiegare i vari fenomeni
connessi, osservando volta per volta le variazioni di calore e di temperatura.
(mi piacerebbe discutere su eventuali posizioni diverse a riguardo).
Secondo quanto ho imparato
nell'ambito del percorso di formazione SENIS mi sembra scontato cominciare
perciò dall'analisi delle preconcezioni dei ragazzi, riguardo a
calore e temperatura, lavorando con attenzione sugli aspetti percettivi
legati alle sensazioni di caldo e freddo, e a come le confrontano.
Pensavo di utilizzare i
sensori di temperatura per mettere a fuoco situazioni in cui appaia evidente
il diverso "comportamento" rispetto al calore di quantità diverse
della stessa sostanza, oppure di sostanze diverse, ma prese in quantità
uguali; il raffreddamento della stessa quantità di acqua calda in
tempi diversi a seconda del contenitore; il riscaldamento di un corpo a
contatto con una sorgente di calore e lo "scambio di calore" tra corpi
a diversa temperatura fino al raggiungimento dell'equilibrio termico, ed
anche situazioni, quali i passaggi di stato, in cui i ragazzi possano
osservare che somministrando calore la temperatura non varia…..
La tappa successiva
dovrebbe essere quella di far emergere modelli dai ragazzi, confrontarli
ed esaminarli, discuterli: se arrivare ad una sistematizzazione completa
della questione non so valutarlo adesso, bisognerà vedere che cosa
verrà fuori da loro e fino a che punto potrò arrivare, tenendo
conto che si tratta di una prima media.
Riguardo a questa parte
del lavoro, che riguarda l'affrontare i concetti fisici , sarei contenta
se qualcuno mi suggerisse in particolare alcune esperienze, che a me non
sono venute in mente, ma che potrebbero pilotare in qualche modo i ragazzi
ad ipotizzare modelli per spiegare le situazioni ( mi viene ancora in mente
per esempio che potrebbero osservare acqua con della sabbia, o segatura
sul fondo, mentre si riscalda, e rilevare come gradualmente si mette
in moto la sostanza che era depositata sul fondo)……
Esiste poi anche un
aspetto del percorso (quello finale) che ho in mente, che riguarda la matematica.
In particolare, negli ultimi anni, ho studiato come problema didattico
la lettura ed interpretazione di un grafico. La strada privilegiata per
arrivare alla concettualizzazione del grafico di una funzione matematica
è quella di passare attraverso l'analisi di grafici riguardanti
i fenomeni fisici, su questo non ho dubbi. Si tratta di un momento in cui
è proprio il ricorso alla fenomenologia nell'esperienza diretta
dei ragazzi che aiuta a costruire il concetto matematico di grafico come
insieme di coppie ordinate i cui elementi sono in relazione tra loro, che
rappresenta un'astrazione successiva.
Con le attrezzature di cui
ho dotato la mia scuola posso analizzare e mettere a confronto grafici
on-line con uno o due sensori di temperatura, oppure i grafici del moto,
scegliendo di far variare le grandezze in gioco (distanza, tempo, velocità,
ecc.). Tutto questo può contribuire ad ottenere che gli allievi
riconoscano l'andamento di un grafico, e siano capaci di abbinarlo al crescere
o decrescere di una delle due grandezze in gioco in funzione dell'altra.
Sono convinta che ciò non è affatto un risultato banale,
soprattutto in prima media: numerose esperienze precedenti mi hanno convinto
che sono necessari tempi lunghi e un lavoro mirato perché l'allievo
veda chiaramente la relazione espressa dal grafico. Molto spesso la curva
viene in qualche modo interpretata in riferimento a grandezze sbagliate,
che corrispondono a modelli mentali più intuitivi (si pensi alla
confusione tra traiettoria e velocità nel grafico del moto), oppure
la relazione espressa dal grafico è interpretata correttamente solo
nei casi delle curve di andamento più semplici e vicine all'intuizione.
In questo percorso didattico gli allievi saranno messi di fronte a grafici
di temperatura da leggere e interpretare, o in situazioni in cui sarà
loro compito ipotizzare un grafico a partire dal fenomeno esaminato e poi
verificarne l'andamento con altri strumenti….. Si può arrivare
ad un minimo di formalizzazione algebrica a questo livello? Fino a che
punto? Per ora non so valutarlo, credo che saranno i miei allievi a deciderlo.
Naturalmente, mi piacerebbe se potessimo dibatterein rete man mano che
le cose procedono. Riusciremo a fare un lavoro di questo tipo? Lo
spero, anche se non ho molta confidenza con il gruppo di Temperatura e
Calore, per adesso.
Scusate se non ho ancora
formalizzato in termini di obiettivi, prestazioni, tabelle, ecc.
mi trovo più a mio agio in questo momento a riflettere con voi in
maniera più colloquiale. Volete per favore mandarmi le vostre osservazioni,
commenti, critiche, ecc.? Mi servirebbero senz'altro prima di predisporre
con precisione tempi, modalità, contenuti del lavoro (che
dovrebbe partire da marzo).
Grazie
e un saluto cordiale a tutti Rosa
TEMPERATURA E CALORE
ATTIVITA' CURRICOLARE
( marzo- maggio)
Classe prima media
Obiettivi:
- Educare ad una prima lettura
della realtà e dei fenomeni naturali con gli strumenti propri della
scienza
- Introdurre gli allievi
al concetto di laboratorio, nel senso più ampio del termine
- Educare alla problematizzazione
delle attività scolastiche, alla discussione collettiva per "costruire
conoscenza" anche attraverso l'interazione tra pari
- Educare all'uso di strumenti
nelle attività sperimentali
- Educare alla riflessione
sugli aspetti operativi e cognitivi delle attività di classe, e
alla verbalizzazione e puntualizzazione sistematica di tali attività.
Contenuti:
- Differenza tra temperatura
e calore
- Fenomeni termici in relazione
alle masse e alle sostanze in gioco
- Passaggi di stato
- Formalizzazione di modelli,
il più possibile spontanei, da parte degli allievi, per spiegare
i fenomeni termici analizzati.
Esperienze previste:
- Indagine sulle preconoscenze
attraverso un questionario
- Attività di previsione
sulle temperature nell'ambiente circostante
- Esperienze in cui si colga
la necessità di misurare le temperature
- Confronto tra l'utilizzo
del termometro e dei sensori on-line (dopo un'attenta analisi degli strumenti
e di come funzionano)
- Fenomeni connessi con
la dilatazione termica (per corpi solidi, liquidi, aeriformi)
- Evaporazione - ebollizione
- fusione dell'acqua con relative misure e successive rielaborazioni
- Attività di previsione
sulla variazione della temperatura attraverso l'andamento qualitativo del
grafico,prima di effettuare il riscaldamento
- Esperienze sull'equilibrio
termico.
Metodologia
Si attuerà una metodologia
di ricerca guidata, in cui gli allievi saranno posti di fronte a domande
chiave e successivamente saranno condotti ad indagare attraverso le esperienze
proposte dall'insegnante, oppure proposte, magari non nella fase iniziale,
da loro stessi. La riflessione sarà sistematicamente condotta attraverso
la discussione e la verbalizzazione prima tra gruppi, e poi in tutto il
gruppo classe. Si proporrà la discussione in rete con altri allievi
di altre scuole, che abbiano effettuato alcune esperienze analoghe (penso
alle classi di Settimo Milanese, con Salomone-Contarini), ed eventualmente
sarà preparato, con l'aiuto dell'insegnante di lettere, un articolo
per il giornalino della scuola (sul sito proposto da Repubblica di nome
fragola.it).
Obiettivi riguardanti
specificamente la Matematica
- riflettere sulle scale
utilizzate nei due tipi di strumenti utilizzati per la misura; attività
di consolidamento sulla lettura e sul confronto tra rilevazioni fatte (
le misure date dal computer hanno un livello di raffinatezza estremamente
superiore a quelle fatte col termometro e consentono di lavorare su varie
possibilità di individuare sottomultipli per le misure di tempo)
- avviare al concetto di
variabile attraverso il confronto con la fenomenologia osservata
- educare a cogliere il
legame tra le variabili
- educare a distinguere
variabili e costanti, relativamente al tipo di esperienza effettuata, e
a non considerarle come assolute
- costruire grafici attraverso
le rilevazioni di misure
- analizzare l'andamento
di un grafico in maniera solo qualitativa, descrivendo verbalmente la relazione
che esprime e la variabilità delle grandezze in gioco, l'una in
funzione dell'altra
- effettuare previsioni
sull'andamento del grafico, a partire dall'osservazione e dalla comprensione
del fenomeno in questo caso è la maggiore familiarità con
la fenomenologia che contribuisce alla concettualizzazione del grafico
come strumento della Matematica).
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