WILLIAM TURNER,
LA SCIENZA COME FONTE DI IDEE

 

Turner, fra i grandi pittori dell'800, fu quello che probabilmente impegnò uno sforzo maggiore nell'intento di formulare una propria teoria dei colori. Egli tenne, nel 1811, una conferenza alla Royal Academy, nella quale cercò di definire gli estremi di una possibile personale teoria dei colori. In questa conferenza Turner dimostrò pubblicamente la sua profonda conoscienza sia degli studi sui colori di Newton che di quelli di Goethe. Definì, inoltre, in modo chiaro, la differenza fra quelli che lui chiamava i colori "prismatici", generati dalla scomposizione della luce attraverso il prisma, ed i colori "materiali", cioè quelli dei pigmenti adoperati dai pittori. Turner affermò che dalla miscela dei primari "materiali" (giallo, rosso e azzurro) veniva fuori un grigio torbido, mentre dalla miscela dei primari "prismatici" (luci colorate) veniva fuori il bianco. La sua intuizione era corretta, se non fosse che commise l'errore di considerare come colori primari prismatici: il giallo, l'azzurro ed il rosso, mentre, come aveva dimostrato Young ed in seguito avrebbero dimostrato Von Helmholtz e Maxwell, il colori primari della luce sono: il verde, il blu ed il rosso.

 


Il castello di Arundel, Joseph Turner.

 

Turner studiò con grande interesse le teorie dei colori e della visione, in particolare quella di Newton e quella di Goethe. Egli, più che aderire ad una teoria in particolare, le adoperò, via via, come fonti di ispirazione per la realizzazione delle sue opere. Studiò con attenzione diversi fenomeni come l'apparizione degli arcobaleni, il rapporto visivo tra colori complementari, il colore delle ombre in rapporto al colore dominante della luce (capì che una luce fortemente colorata, produce ombre che vengono percepite come del colore complementare: luce rossa, ombra verde azzurra; luce gialla, ombra violacea).

 


Il castello di Norham, Joseph Turner.
Notare l'ombra violacea
del castello proiettata dalla luce gialla del tramonto
Turner fu molto affascinato dalla teoria dei colori di Goethe. Il fatto che il poeta tedesco considerasse i colori come una reazione intima, poetica, della personalità alle sollecitazioni della natura, si accordava con l'animo romantico del pittore Inglese. I quadri di Turner rappresentano gli elementi della natura in continua trasformazione, come guidati da forze gigantesche. Di fronte a a questo spettacolo l'uomo non può far altro che sentirsi parte minima in un gioco di forze naturali e spirituali che lo trascendono.

 

In alcuni dei suo quadri più tardi, realizzò una sorta di applicazione poetica della teoria di Goethe. Nel quadro, "Il giorno dopo il diluvio", coerentemente alla teoria dei colori di Goethe, i colori appaiono come generati dall'oscurità, in un vortice che assume la forma di una sfera.

 


La mattina dopo il diluvio, Joseph Turner.

 

 

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